Giorgio Ambrosoli, avvocato milanese, fu incaricato di curare la procedura fallimentare del Banco Ambrosiano, distrutto dalle connivenze mafiose e piduiste.
31 anni fa un killer lo uccise davanti alla sua abitazione, a pochi passi dal Duomo.
Un eroe borghese, è stato definito; in realtà «Ambrosoli era il cittadino italiano al servizio dello Stato, che fa con normalità e semplicità il suo compito e il suo dovere», così ne parla, in poche bellissime parole, l’ex Presidente e Governatore di Bankitalia Carlo Azeglio Ciampi.
Dovere, responsabilità, rettitudine, normalità: concetti che, in questi tempi, sembrano fuori dal mondo.
Ecco perché ricordare testimoni civili come Ambrosoli può essere un modo, anche per chi è giovanissimo e non l’ha mai sentito nominare, per sperare e non rassegnarsi al lamento e alla protesta.
Un esempio, mi permetto di dire, anche per il Partito Democratico: la legalità non è solo sulla carta, è fatta di rimboccarsi le maniche, lavorare insieme, non dimenticarsi che si è al servizio del bene comune, un servizio gratuito e svolto con passione e sacrificio.
Responsabilità ma anche sobrietà: non rinunciare ai propri valori, ma rispettare le idee altrui; essere concreti, proporre ed agire.
Non è facile, ma è un punto di partenza.
Nei due articoli, che potete leggere in allegato, uno è il ricordo del figlio Umberto Ambrosoli, ora avvocato quarantenne, l’altro la vicenda storica ricordata dal giornalista del Corriere Corrado Stajano.
Scarica l'articolo dal corriere della sera del 10 settembre 2010 su Giorgio Ambrosoli
Scarica l'articolo dal corriere della sera del 9 settembre 2010 "L’ambiguità del senatore che elogia ancora Sindona e non l’avvocato eroe"
Gigi Pariani-consigliere comunale PD Magnago e Bienate
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