«Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità.
Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001»

Questo blog nasce allo scopo di fornire informazioni riguardanti il PD di Bienate-Magnago e di "aprirci" verso la comunità Magnaghese per poter raccogliere pareri, critiche,impressioni che siano di stimolo continuo al dibattito politico ed al confronto, non solo a livello locale ma anche su tematiche nazionali.

venerdì 27 agosto 2010

NOI AMIAMO SILVIO.....!!!!!!!!!!!


Lombardia: Continua a aumentare la Cassa integrazione straordinaria

Aumentano la cassa straordinaria (+ 239%) e quella in deroga (+ 417%) e diminuisce quella ordinaria (- 11,56%): è questa la sintesi dell'andamento del ricorso alla cassa integrazione nel periodo gennaio - luglio 2010 raffrontato allo stesso periodo del 2009 secondo l'elaborazione dei dati di Cgil Lombardia. I settori dell’artigianato e del commercio sono quelli più colpiti. Il primo cresce del 569,95% e il secondo vede un incremento della cassa del 609,62%. La dinamica di minor crescita della cassa per il settore industria (44%) è principalmente imputabile al già alto tasso di cassa pregressa che questo settore ha dovuto subire a cavallo tra il 2009 e il 2010.

I settori più colpiti dalla cassa integrazione, cioè quelli che si trovano sopra la linea della media regionale (69%) sono: servizi (543,84%), commercio (505,42%), agricoltura (274,26%), installazione impianti per edilizia (216,05%), attività economiche connesse con abbigliamento (148,85%), legno (136,99%), carta e stampa (117,57%), altro (117,97%), varie (91,19%), lavorazioni metalli non metalliferi (90,34%).

VARESE: BASSA IN PERCENTUALI ASSOLUTE, PRIMA PER NUMERO EQUIVALENTE DI LAVORATORI
A livello provinciale si confermano le tendenze storiche. Sopra la linea di demarcazione della crescita della cassa integrazione della Lombardia (69%) troviamo: Bergamo (144,26%), Milano (133,55%), Lodi (98,64%), Cremona (84,81%). Al di sotto della linea regionale troviamo: Brescia (62,00%), Como (61,50%), Varese (34,02%), Sondrio (30,24%), Mantova (26,09%), Lecco (25,62%) e Pavia (-10,21%).

Se consideriamo il numero equivalente delle ore di cassa integrazione per occupato, cioè del numero equivalente di persone senza lavoro, troviamo però Varese al primo posto, all’11,13%, Brescia al 9,39%, Como al 9,36%, Lecco all’8,65%, Bergamo al 6,80%, Cremona al 6,19%, Pavia al 4,23%, Mantova al 3,82%, Milano al 3,76%, Lodi al 3,43%, Sondrio all’1,66%. La media regionale si colloca al 6,05%.

IL COMMENTO DEL SEGRETARIO GENERALE CGIL
«Siamo ancora in una situazione difficile - commenta Nino Baseotto, Segretario generale della CGIL Lombardia - e questo parziale rallentamento del ricorso alla cassa non deve indurre facili ottimismi. Infatti, questo incremento si aggiunge alla vera e propria valanga di ore utilizzate in precedenza; non bisogna poi dimenticare che nei mesi estivi incide il ricorso all'utilizzo delle ferie. Guai ad abbassare la guardia: la crisi non è finita e questo è il tempo di attuare rigorose politiche di rilancio dello sviluppo. Nei prossimi giorni occorrerà riprendere il lavoro del Tavolo regionale: penso che sia venuto il momento delle proposte. Il Sindacato è pronto a fare la propria parte ma mi attendo più coraggio e più propositività anche dalle nostre controparti».
27/08/2010
milano Cgil lavoro
pubblicato da KHAY.A

lunedì 23 agosto 2010

il partito federale é o non è una "opposione intelligente"?


Il Partito federale è quello che ha nelle sue disponibilità regionali e provinciali le risorse finanziarie e l’autonomia per decidere programmi, alleanze e candidature e che, grazie a ciò, può incidere nelle scelte strategiche nazionali.
pubblicato KHAY.A

Marantelli: "Quale relazione tra mafia e politica locale?"



Chi vive il carcere: "serve nuova struttura"

VARESE - L'onorevole Daniele Marantelli, Pd, ha fatto visita al carcere di Varese. Al termine della visita il deputato del Pd ha denunciato, oltre ad una situazione di sovraffollamento, una serie di carenze nella struttura ormai datata. "E' possibile che in una città dove vivono due ministri, il cancello del carcere non si chiuda? - commenta -. L' ospedale di Circolo, da due anni, non ha nemmeno più la saletta per le visite dei detenuti. La cucina mi è sembrata buona, autogestita dai detenuti, pulita e funzionante. I servizi igienici sono, invece, improponibili".

Poi, Marantelli ha parlato degli agenti in servizio al carcere. "Mi hanno riferito che si sentono abbandonati dallo Stato: per il numero di detenuti presenti a Varese, l'organico dovrebbe raggiungere le 90 unità, ma sono meno di 70. Di questi 68 una decina viene poi utilizzata per curare aspetti amministrativi, che per altro non gli competono. All'uscita dal carcere ho incontrato il magistrato Battarino che mi ha confermato come la gente che lavora qui faccia miracoli. Non bisogna fare scandalismo - aggiunge -, non siamo a Guantanamo, ma non è una condizione accettabile in una città moderna. Altrimenti è normale che la C.E. poi ci sanzioni anche su queste cose".

DETENUTI UNDER 30

Uno dei dati che ha colpito l'onerovole è l'eta media dei detenuti. "Sono tutti under 30, giovanissimi. Se non si programma un piano di recupero e di reinserimento per loro, per chi altro possiamo farlo? Sono lì quasi tutti per spaccio o immigrazione; i veri boss non li ho proprio visti, al carcere di Opera invece sì".

'NDRANGHETA E NORD

"In una zona ricca come la nostra, che negli ultimi mesi vanta una lotta alla 'ndrangheta e dove la presenza di criminalità organizzata è documentata, non solo in realtà edilizie ma anche in quelle commerciali e finanziarie, vorrei capire qual è la relazione tra criminalità organizzata e politica locale. Quindi dovremmo chiederci perché c'è la presenza della mafia anche dalle nostre parti". Il deputato del Pd fa dei riferimenti alla necessità di mantenere il sistema delle intercettazioni telefoniche. "E' giusto mettere in evidenza quanti mafiosi sono stati arrestati con la consapevolezza, però, che questi arresti sono resi possibili grazie al sacrificio di carabinieri, polizia, magistrati e grazie al sistema di intercettazioni telefoniche vigente". Marantelli non nega che si siano conseguiti dei risultati, ma rimane una questione che ancora non lo convince: "Quando viene requisito un patrimonio e poi messo all'asta, chi è che lo compra?".

Valeria Deste
pubblicato khay.a

domenica 22 agosto 2010

le politiche climatiche


http://www.lavoce.info/articoli/-mezzogiorno/pagina1001632.html

Per vincere le resistenze verso le politiche climatiche è necessario limitarne i costi. Partendo da alcuni punti fermi. Sono più efficaci gli strumenti che attribuiscono un prezzo di mercato alle emissioni di gas a effetto serra, come le tasse o i meccanismi di scambio di permessi. Mentre regolazioni o sussidi aumentano gli oneri. Le misure si devono applicare a tutti i gas e a tutte le fonti di emissioni. E devono essere adottate da tutti i grandi paesi inquinatori. Ricordando che bisogna agire presto, entro il 2020.
khay

venerdì 20 agosto 2010

"Malpensa non è una questione locale, il Pd ne parli"



«La questione di Malpensa non è locale, nè solo provinciale. Il Pd deve aprire la discussione a tutti i livelli». Jimmy Pasin suona la sveglia al Partito Democratico, chiedendo un confronto più ampio, una parola chiara anche ai vertici regionali, se non nazionali. «I circoli del Pd - che vengono indicati giustamente come il motore del partito, con la presenza a livello locale - hanno elaborato una proposta precisa su cui confrontarsi. Non diciamo di avere noi la verità in tasca, ma almeno discutiamone». Il titolo del documento è "Rilancio senza consumo", per dire che Malpensa può crescere ancora senza sottrarre nuovo territorio, senza bisogno della terza pista e del polo logistico, che prevedono l'ampliamento del sedime. Una proposta che parte dalla convenzienza economica e da precise stime di traffico e che è stato sottoscritto da sette circoli, quelli dei Comuni più vicini all'aeroporto e che è al vaglio di altri circoli.

Il rischio però è che il dibattito rimanga confinato alle comunità più direttamente toccate, quelle del gallaratese. «Porteremo il documento all'ordine del giorno al provinciale - continua Pasin -. Ma attenzione: la questione non è solo locale, non si può chiudere a livello provinciale. Si dovrebbe discutere già da oggi con il Pd lombardo e regionale. Non capiamo perchè la questione invece è quasi ignorata». E in effetti chi è riuscito a portare i temi di Malpensa, della terza pista, del rapporto di Sea almeno al livello provinciale sono state le voci della società civile, come il comitato Viva Via Gaggio. Mentre sulle proposte specifiche, su uno scenario strategico per i prossimi anni, mancano ancora indicazioni precise e si procede alla cieca. Si veda la Malpensa-Boffalora, una quasi autostrada semivuota, o le mille soluzioni alternative e temporanee nei collegamenti ferroviari.
Per questo il Pd sommese rilancia con una serata sul tema il 31 agosto, nel corso della Festa Democratica sommese. Nella speranza che il dibattito esca anche dai confini della bassa provincia e dalle frasi fatte ripetute all'infinito dalle varie forze di maggioranza e opposizione, dal ruolo di "Alitalia ladrona" alla lamentela sulle infrastrutture insufficienti

20/08/2010
Roberto Morandiroberto.morandi@varesenews.it

giovedì 19 agosto 2010

AVVOCATO DI STRADA


Uno degli obiettivi istituzionali del Progetto Avvocato di Strada è quello di esportare il proprio modello nelle città dove risiedono persone senza fissa dimora. Per raggiungere tale obiettivo i volontari dello sportello di Bologna contattano associazioni che si occupano di persone senza fissa dimora e avvocati di varie città, per valutare insieme la possibilità di aprire, in quelle realtà, uno sportello di Avvocato di Strada.
PUBBLICATO KHAY.A

L'estate delle espulsioni: proteste anche a Malpensa



In un estate “calda” nei centri d'identificazione ed espulsione – con numerose fughe e rivolte – la protesta approda anche a Malpensa: nel pomeriggio di martedì un gruppo di una ventina di manifestanti hanno messo in atto una contestazione in occasione dell'espulsione di un quarantenne tunisino rinchiuso in precedenza nel CIE di Via Corelli a Milano. Il gruppo è venuto a conoscenza del volo con cui il cittadino straniero sarebbe stato riportato in Tunisia e ha colto l'occasione per far sentire la propria voce contro la politica di «detenzione» ed espulsione.
I manifestanti, all’interno dell’aeroporto della Malpensa, dapprima hanno effettuato un volantinaggio, in varie lingue tra cui l’arabo, poi hanno esibito degli striscioni contro le espulsioni effettuando un corteo itinerante nella zona delle partenze e invitando il personale addetto ai check in a rifiutarsi di rilasciare le carte d’imbarco relative alle espulsioni. Transitando davanti al check in della compagnia tunisina hanno scandito slogan contro i CIE. e contro le pratiche di espulsione. La protesta è proseguita, con il corteo che ha evitato di transitare davanti alle forze dell’ordine, fin quando l’aereo per la Tunisia è decollato: la protesta non ha comunque recato danno all'attività aeroportuale, né ha impedito ovviamente l'espulsione del tunisino. La Digos ha identificato quattro persone, tutte residenti nel milanese.
L'episodio si inserisce in un momento particolarmente delicato, con numerose proteste e tentativi di evasione in atto nelle strutture in cui sono rinchiusi gli stranieri privi di permesso di soggiorno, ma anche dai centri di accoglienza dove sono trattenuti appena sbarcati: negli ultimi giorni uomini e donne “detenute” hanno dato vita a rivolte a Milano, Trapani e Cagliari. Evasioni hanno riguardato i centri di espulsione di Brindisi, Gradisca d'Isonzo, mentre a Trapani sono fuggiti in trentuno.
VARESENEWS
PUBBLICATO DA KHAY.A

VARESE "le donne protagoniste della festa de PD"



Un weekend con le donne. Sarà tutto "in rosa" il penultimo fine settimana alla Festa del Partito democratico alla Schiranna. «Vogliamo dedicare attenzione al 51 per cento della società: le donne - spiega Laura Prati (seconda da destra), coordinatrice e provinciale delle donne del Pd e vice sindaco di Cardano al campo -. Il Pd si pone come loro rappresentante e vuole porre l'attenzione sull'aspetto lavorativo, ma anche su quello culturale». Prati delinea un quadro negativo per quanto riguarda l'occupazione femminile, anche in provincia di Varese. «Le donne risultano meno colpite dalla cassa integrazione, ma in realtà più degli uomini erano occupate con contratti precari. Significa che sono state lasciate a casa prima dei rinnovi. Inoltre, c'è il rischio che sia maggiore che in passato il ricorso al lavoro nero con le conseguenze negative che questo può avere per le condizioni di sicurezza». Ma non è solo la perdita o la mancanza di lavoro a pesare. C'è anche la questione della conciliazione fra lavoro e famiglie. «In Italia e anche a Varese ancano i servizi per l'infanzia, anche per i bambini piccoli sotto i sei mesi. Conosco donne che hanno aspettato il pensionamento della madre per fare un figlio ed affidarlo a lei durante la giornata».

Per parlare di questi e di altri argomenti, sono varie le iniziative in programma da venerdì 19 a domenica 21 agosto:
Venerdì 20 agosto
Ore 21:00 Performance teatrale per l'apertura dell’esposizione pittorica di Maria Cristina Limido saranno rappresentate 3 artiste che hanno influenzato la pittrice
Ore 22:00 Mariangela Martino eseguirà alcune canzoni scritte da donne su temi socialmente impegnate
Sabato 21 agosto
Ore 21:00 Rappresentazione teatrale di Shirtwaist di e con Jane Bowie, Dalla storia vera dell’incendio nella fabbrica Triangle Shirtwaist del 1911
Domenica 22 agosto
Ore 19:15 Aperitivo con l’autore: “Sopra il tavolo della cucina” - Donne che intrecciano storie, a cura di Rossella Köhler e Vilma Gervasoni, una raccolta di interviste fatte da donne ad altre donne, in un rapporto intimo, di affetto e confidenza.
Ore 21:00 dibattito sui problemi delle Donne nella nostra società e nel mondo del lavoro, con Laura Prati, coordinatrice provinciale delle donne del Partito Democratico e Daniela Ferla, responsabile di zona della CISL.

«Lo spettacolo di venerdì sera - spiega la regista Chiara Tarabotti (seconda da sinistra), affiancata da una delle attrici e e coordinatrice delle giovani democratiche Federica Di Donato - vuole raccontare la vita di tre artiste, ma non dal punto di vista biografico. Spesso le artiste vengono ricordate per le loro vite tragiche o perchè sono mogli, sorelle o figlie di qualcuno. Noi invece vogliamo guardare al loro lato artistico».
Ma sarà anche un altro il tema che verrà toccato nel corso della tre giorni. «In questa estate funestata da vari episodi di violenza e stalking - continua Prati - il Pd vuole riportare l'attenzione
sulle proposte avanzate in Provincia di creare un osservatorio sui maltrattamenti e una casa rifugio per donne. Avevamo già presentato una mozione votata all'unanimità in consiglio provinciale nel 2007 e l'anno scorso avevamo riproposto il problema nella stessa sede. Ci avevano fatto promesse, ma a oggi non ci sono novità».
varese news
pubblicato da KHAY.A

domenica 15 agosto 2010

laura Prati vice sindaco di cardano dichiara : "Il federalismo della Lega non funziona"


"Il famoso federalismo della Lega non sta funzionando - dichiara -, è una bandiera che sventolano ogni tanto perché sanno che al Nord fa presa. Per noi, rispetto a prima, nulla è cambiato, anzi con il patto di stabilità da rispettare le cose diventano sempre più complicate".
APPROVATO IL PIANO DEL DIRITTO ALLO STUDIO
IL 29 luglio il piano del comune di Cardano al Campo, di tutelare il diritto allo studio è stato approvato. Questo perché sempre più famiglie si stanno trovando in difficoltà economica: "Sono aumentate le richieste dei buoni pasti - dichiara il vicesindaco - . Tanti cittadini sono in cassa integrazione anche a causa di Malpensa dove sono stati creati posti di lavoro a tempo determinato. Noi abbiamo scelto di dare supporto alle famiglie in difficoltà, di dare precedenza all'aspetto sociale, tagliando da altre parti come ad esempio nella manutenzione". La Prati chiede all'onorevole di pensare, oltre alla modifica della legge elettorale, anche alla normativa relativa al conflitto d'interesse , "anomalia nel nostro Paese".

Valeria Deste

Marantelli e il Pd del Nord




CARDANO AL CAMPO - Un Pd del Nord che copra l'area della Padania, una macroarea che unisca Emiglia Romagna, Lombardia, Triveneto, Liguria e Piemonte: un Pd federale. L'onorevole Daniele Marantelli affronta la questione, che da tempo fa discutere nella fila dei democratici, durante l'incontro organizzato dal circolo Pd di Cardano al Campo.
"I federalismi fiscale e politico - annuncia il deputato del Pd - devono diventare le nostre bandiere. Abbiamo bisogno di un partito popolare perché un partito federale sta in piedi se con noi ci sono persone competenti e se c'è consenso. Partito federale significa autonomia di alleanze, autonomia finanziaria e autonomia nella scelta dei propri dirigenti".
LE CRITICHE ALLA LEGA
E' chiaro che l'onorevole condivida i principi leghisti ma ne critica fortemente la parte attuativa. "La Lega in 16 anni non è stata in grado di portare a termine il federalismo. Dobbiamo essere noi ad istituire il federalismo e a far pagare di più chi ha di più. Non dobbiamo demonizzare la Lega perché gli facciamo un favore, li dobbiamo attaccare su un terreno di innovazione e cambiamento. Credo che la Lega inizi a rendersi conto di aver fatto un errore ad abolire l'Ici nel 2008, così come è consapevole del fatto che con il patto di stabilità ha contraddetto uno dei principi cardine del federalismo perché si arriva a penalizzare i comuni virtuosi. Sono stati dati 140 milioni di euro ad uno dei comuni più disastrati del Paese, Palermo. Sempre nello stesso comune sono stati creati centinaia di posti di lavoro come autisti: questo non mi sembra un principio federalista. Non può la Lega essere a capo dei sindaci che protestano contro i tagli. E' nostro dovere smontare le contraddizioni. Non si può criticare i ladroni di Roma quando io ho presentato un capo d'accusa a carico di Lucio Stanca e Lega e Pdl hanno votato contro". Marantelli poi parla degli aumenti di tariffe dei pedaggi autostradali. "Questi aumenti sono ingiustificati, a Roma sono stati eliminati. I soldi che verranno ricavati da questi aumenti saranno destinati alla voce Ponte sullo stretto di Messina. Noi al nord siamo quelli che pagano, pro-capite, più tasse: ogni cittadino lombardo paga a testa circa 2 mila e 500 euro di tasse".
"MAI SOTTOVALUTARE L'AVVERSARIO"Questo è il consiglio che Marantelli dà ai democratici. "Berlusconi ha mille vite come i gatti, non dobbiamo sottovalutarlo ma non dobbiamo nemmeno temere le sue minacce. Non è un mistero per nessuno il fatto che stia puntando alla presidenza della Repubblica, noi dobbiamo saperlo e la missione del Pd sarà quella di evitare che la crisi del berlusconismo porti con sè la crisi della Repubblica. Berlusconi non è eterno e lasciamo pure che la Lega accompagni la fine del berlusconismo. Prima del voto deve essere cambiata la legge elettorale, in modo tale che si restituisca al cittadino la possibilità di scegliere i candidati. Dobbiamo, quindi, riuscire a riorganizzare e rendere più coesa l'opposizione, dobbiamo costruire un partito popolare federale".
khay.a

sabato 14 agosto 2010

Raffaella Pariani Segretaria Partito Democratico del circolo ENZO BIAGI " MAGNAGO/BIENATE"



Sono nata a Busto Arsizio il 25 giugno 1978 e da sempre vivo nel comune di Magnago.
Mi sono laureata in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ed attualmente insegno inglese in un liceo scientifico.
Ho ricoperto la carica di segretario politico dei Democratici di Sinistra di Magnago – Bienate – Vanzaghello dal 2003 al 2007.
Sono stata membro della direzione provinciale milanese dei Democratici di Sinistra dal 2005 al 2006 e ho fatto parte dell’Assemblea Costituente del Partito Democratico eletta durante le primarie del 14 ottobre 2007.

Dal 27 gennaio 2008 ricopro l’incarico di portavoce del Circolo del Partito Democratico “Enzo Biagi” di Magnago-Bienate.

venerdì 13 agosto 2010

“Berlusconi per favore, si metta da parte”



Una biografia non autorizzata di Silvio Berlusconi. È quello che ha pubblicato Gianluigi Margutti, ex vicesindaco di Tradate, tra i fondatori di Forza Italia, oggi consigliere comunale di Unione Italiana, a cui ha aderito dopo aver abbandonato il Pdl, proprio perché deluso dal partito di Berlusconi. Il libro “Il cavaliere azzurro”, scritto insieme ad Emanuele Pigni, è stato pubblicato nelle scorse settimane e Margutti lo sta presentando in tutta Italia. «Scopo del lavoro dei due autori – si legge nella presentazione -, è fornire riferimenti sull’uomo di Arcore e sui percorsi da lui intrapresi, ponendo fatti e azioni in connessione fra loro, senza pregiudizi. Non c’è odio nelle pagine, non c’è neppure amore; casomai, e questo potrebbe apparire un limite, c’è stato un feeling deluso, ma per motivi ideali e non per posti non occupati o ruoli non ricoperti».

«Berlusconi non può più succedere a se stesso – racconta Margutti parlando del Premier, senza amarezza o voglia di riscatto, ma cercando di analizzare la situazione politica attuale -. È nella logica dei fatti e degli avvenimenti. Probabilmente ne è convinto pure lui, ma non vuole ammetterlo. Accantoniamo per un istante la logica del «gradimento», della «piacevolezza» di Berlusconi nell’elettorato. Lui potrebbe ancora avere un buon consenso, anche se ci risulta in continua erosione: la sua immagine infatti è stata sovraesposta, e la sua presenza comincia a disturbare. Parlarne troppo sta diventando noioso. Anche se a parlare di Lui, nel bene e nel male, si fa sempre il suo gioco. Tant’è che Lui continuamente “sondaggia” l’elettorato, per conoscerne l’orientamento sulla propria persona».

Secondo Margutti il miglior periodo politico di Berlusconi fu «Quando era all’opposizione del governo di centro sinistra dal 1996 al 2001. Idee, forza innovatrice quasi «rivoluzionaria». Poi, invece e purtroppo, il potere, la gestione del potere lo hanno fiaccato. Ma soprattutto lo ha fiaccato la corte dei miracoli che ha attorno, che lucra alle sue spalle. E sì che Berlusconi ha saputo prendere voti nonostante costoro e i loro appetiti veramente intollerabili e (secondo alcune inchieste in corso) colmi di illegalità. E Fini? Ha permesso tutto questo; anzi, con la «politica del predellino» ha assecondato la nascita del PdL, dalla sera... alla sera! Roba da mangiarsi le mani, ora».

Cosa fare quindi oggi? Secondo Margutti «Via Berlusconi, ma non è neppure il momento di Fini: ci vogliono novità. Altrimenti le uniche novità del futuro saranno Beppe Grillo e la Lega Nord. Poveri noi. Un’ultima considerazione: le elezioni anticipate non le vuole nessuno. Sono utilizzate dal premier (e minacciate dalla Lega) per terrorizzare quelli che lui ha fatto nominare, non eleggere: il nostro è un parlamento di nominati, e non di eletti. Che cosa capiterà? Nutro sempre fiducia nel «popolo» (propongo di riprendere l’uso di questo bellissimo vocabolo!) che è stanco perchè il Paese sta arrancando. Il popolo si accorgerà, e comincerà a fare piazza pulita. Saranno i giovani a sconvolgere e capovolgere questa situazione, che è asfittica e non permette di guardare serenamente al loro futuro. Saranno i giovani assieme ai disoccupati e ai cassaintegrati. I giovani con i nonni e i pensionati. I giovani con molti piccoli imprenditori e artigiani. I giovani e molti professionisti che pagano le tasse. I giovani, al di là della destra e della sinistra, proprio perchè non esiste più il collante ideologico».

«Berlusconi, per favore, si tiri in disparte – conclude Margutti -: così passerà veramente alla storia, come colui che non solo ha caratterizzato un periodo, ma anche come colui che per il bene dell’Italia ha fatto un passo indietro. Non lo farà, ne sono quasi certo, perchè è anche consigliato male. E Fini? Stia fuori pure lui. Sarà grande come politico se dimostrerà il coraggio di indicare percorsi totalmente nuovi, con la finalità di tirare fuori dalle secche il Paese. Lo vedo come «un ispiratore», più che come un attore diretto. Per come stanno le cose, ritengo sia meglio per lui non entrare nel vortice (già iniziato) dei ricatti e dei «dossier» che escono, guarda caso, solo ora dopo 11 anni. La questione Montecarlo, di basso livello, ne è la dimostrazione. Ma probabilmente «tutto resterà così com'è, compresi i membri del Governo di area finiana. La pubblicità c'è già stata anche troppa per tutti, compresa la sinistra morta e sepolta. Possiamo, pertanto, dormire sonni tranquilli. Caliendo e casa di Montecarlo a parte, la politica sceglie in agosto di essere rimandata a settembre. Ma si sa, gli italiani sono gente saggia, grazie a Dio. Soprattutto in ferie».
13/08/2010
redazione@varesenews.it

giovedì 12 agosto 2010

Un clamoroso voltafaccia: Daniele Capezzone


Daniele Capezzone, una vita fa (2001-2006) furioso radicale laicista antiberlusconiano, oggi paladino dei valori e difensore strenuo (quale portavoce del Popolo delle Libertà) del Capo e padrone. Un clamoroso voltafaccia: provate a leggere le dichiarazioni riportate dal Fatto Quotidiano. C’è da rimanere allibiti. Di fronte alla campagna militante contro Gianfranco Fini, si potrebbe ben rispondere: da che pulpito viene la predica? E’ Capezzone il difensore della legalità e della famiglia, il riferimento politico e comunicatore del partito più votato dagli italiani? Citando il rimpianto Totò: “Ma mi faccia il piacere!”

Scarica l'articolo su Daniele Capezzone(word)

Consigliere PD-Magnao Gigi Pariani



mercoledì 11 agosto 2010

ecco cosa serve per cambiare l'Italia



«Finiamola con i tatticismi. È il momento di azioni forti»

Cosa serve al paese?
Oggi ci troviamo ad un punto di svolta nella storia politica italiana. Per il Pd è il momento di essere di parte. È il momento di avere chiari i nostri valori e di progettare azioni forti; non dobbiamo farci ingannare dal moderatismo, non dobbiamo inseguire tatticismi né strategie.
Le persone hanno bisogno di una politica che conosca le loro storie, le loro sofferenze, le loro paure e che si senta investita del dovere di sfidarle ogni giorno. È il momento di dire che abbiamo un'idea di mercato del lavoro diversa, un'idea di welfare finalmente equo e vicino alle esigenze dei cittadini. E che dire dell'ambiente? Mi aspetto molto di più dal Pd, nazionale e lolale.
Cosa serve al Paese?
Ci sarebbe bisogno di svecchiare la classe dirigente non solo dal punto di vista anagrafico ma dal punto di vista delle idee. Non inseguire il giovanilismo per il giovanilismo ma vedere quello che può offrire la società civile dove c’è un humus che può dare molto. Bisogna fare rete e investire in cultura e nelle nuove tecnologie.
Cosa seve al paese?
Il patto di stabilità ha messo le amministrazioni locali in grande difficoltà non sanno come andare avanti.
cosa seve al paese?
La priorità è dare al Paese una nuova prospettiva, credere di nuovo, innamorarsi delle idee. Stiamo perdendo il batticuore che ci infiammava in passato, ci siamo spenti. Abbiamo bisogno di chi ci sappia condurre fuori dal pantano con parole e idee nuove. E poi lavoro e legalità. Dobbiamo riprendere in mano i valori democratici che abbiamo perso e non sarà facile perché in tutti questi anni è passato il concetto che essere furbi rende.
Cosa serve al Paese?
Innanzitutto una riforma del lavoro perché oggi c’è troppa sperequazione, poi una riforma dello stato a vantaggio dei Comuni che devono essere messi in grado di essere autonomi, al contrario di quello che sta facendo Tremonti che
dice “tagliamo,tagliamo!” e così massacra tutti.
cosa serve al paese?
l’assistenza ai familiari,e ai disabili.
cosa serve al paese?
impegno sul risparmio energetico(ivestimento sul fotovoltaico ).
cosa serve al paese?
la tutela ambientale supra tutto nella gestione dei rifiuti e di rivedere completamente il sistema della conoscenza,Invece di fare gli inceneritori il governo dovrebbe far partire un intervento per estendere la raccolta differenziata in tutta Italia. Si creerebbero 250 mila posti di lavoro spendendo un centesimo diquello che si spenderebbe per gli inceneritori.
Cosa serve al Paese?
Serve ricostruire il suo essere comunità. L’Italia, come dopo le grandi tragedie, si ricostruisce con fratellanza, solidarietà, impegno e integrità morale.
cosa serve al paese?
Serve ristabilire la “libertà nella responsabilità di essere comunità”. Serve anche fare “più Europa”. Meno male che c’è: in un periodo di assurdità governative ci sta salvando in tanti ambiti.
Cosa serve al paese?
Emergenza educativa:Mancano le fondamenta su cui deve fondarsi l’Italia:l’educazione,l’educazione relazionale,l'educazione ai valori( impegno, integrità morale, legalità, solidarietà e studio).
Cosa serve al Paese?
stop al consumo del territorio, mobilità sostenibile.
Cosa serve al Paese?
Sarebbe bello un paese in cui una donna, giovane, può ricoprire ruoli di responsabilità, e se vuole può avere figli senza paura di essere licenziata.
cosa serve al paese?
Più fondi all’istruzione e alla ricerca.
cosa serve al paese?
una legge sul conflitto di interessi.
Cosa serve al paese?
Cominciare dal ripristino della legalità e dal senso di responsabilità verso la cosa pubblica, da parte dei politici e dei cittadini. I politici dovrebbero tornare a rendere conto ai cittadini delle proprie azioni, legare di nuovo a doppio filo la realtà e la sua rappresentazione, su cui vengono imbastiti discorsi fittizi e privi di fondamento. È poi fondamentale che i cittadini ricomincino a considerare la" res publica" luogo di appartenenza dove esercitare comuni diritti e doveri.

KHAY,A

giovedì 5 agosto 2010

SEQUESTRATO IL COMPLESSO MIMOSA A MAGNAGO





Sarà difficile, da oggi, comperare le otto villette del complesso “Mimosa” di Magnago, a due passi da Busto Arsizio: il tribunale di Varese le ha fatte sequestrare in quanto provento di droga. Il provvedimento è stato chiesto dal pm Rossana Penna della procura distrettuale antimafia di Milano ed eseguito dalla Guardia di finanza di Bologna e dai carabinieri di Varese. Si tratta di un complesso immobiliare, oramai praticamente ultimato, costituito da appartamenti e villette unifamiliari, in via Morandi e via Grandi, del valore di 3 milioni di euro.
Per la sua realizzazione era stata costituita una società intestata a un prestanome, ma il vero "dominus" era Giorgio Salvatore Loccisano, 50 anni, di origine calabrese, ufficialmente imprenditore edile, accusato di essere il capo di una banda di narcotrafficanti con ramificazioni in Colombia, e precedenti criminali che, secondo le accuse, hanno radici nella ‘ndrangheta calabrese. Loccisano è ora in carcere a Vigevano, ma da tempo era residente a Saronno, città in cui si era stabilito a seguito di un divieto di soggiorno nei luoghi di origine.
Secondo quanto risulta ai carabinieri, infatti, è stato condannato nel 2001 per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga, e indagato nel 1988 in quanto ritenuto affiliato alla cosca Ierinò di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria).
L'uomo è coinvolto nell’operazione “Mimosa”, portata a termine del reparto operativo dei carabinieri di Varese, con la quale sono state arrestate 20 persone a gennaio, e intercettati 27chili di cocaina e 500 chili di hashish.
Il sequestro delle villette è consentito dalle norme sul contrasto dei patrimoni criminali. Uno strumento formidabile per azzoppare il riciclaggio di soldi sporchi da parte delle mafie; in questi procedimenti l’onere della prova spetta agli indagati e non alla polizia giudiziaria. Inoltre i giudici possono emettere provvedimenti anche quando i beni, secondo gli indizi raccolti, sono intestati a familiari o a prestanome. Il tribunale di Varese sta già procedendo per altri casi simili. Alcune villette intestate a uomini legati ai calabresi arrestati per l’operazione "Bad boys" sono state sequestrate qualche mese fa. Infine va ricordato che la nuova sede della polizia stradale di Varese sarà ricavata proprio da una villetta sottratta anni fa a un boss.

5/08/2010
Roberto Rotondo
varesenews

mercoledì 4 agosto 2010

Foto di Parrocchia San Michele Arcangelo - Magnago (MI) - Visita di Mons. Dionigi Tettamanzi al nostro oratorio



khay.a

STORIA DI MALPENSA




Emilietta vive in aeroporto da sei anni. Malpensa è diventata suo malgrado la sua casa: sta al piano arrivi, tra l’edicola e i bar. Dorme sul marmo delle panchine, mentre di giorno passa il tempo leggendo e scrivendo poesie e favole, seduta sulle seggiole che di solito sono occupate dai passeggeri in transito o da chi aspetta il ritorno di parenti e amici.
Lei non può tornare nella sua vera casa, le isole Mauritius, dove vivono i suoi due figli, Oscar e Cristiano, rispettivamente 45 e 41 anni e l’uomo che ama e che non vede da 11 lunghi anni. Il governo del paese africano la considera “indesiderata” e non la fa più rientrare. Tutto, a suo dire, per un ritardo nel rientro dopo i sei mesi di permesso turistico del quale usufruiva dopo che con marito e figli ha deciso di stabilirsi sull’isola una ventina di anni fa.
Da allora, nel 2002, Cesira Ton, veneta di 71 anni, per tutti semplicemente Emilietta, sta combattendo una lotta per poter tornare a casa, nelle Mauritius. Ha scritto lettere su lettere ad ambasciate e consolati, senza che nessuno le abbia mai garantito la speranza di poter tornare dai suoi figli. Ha anche provato a tornare a casa più volte, ma è stata bloccata e rispedita in Italia. Ha vissuto per mesi in una tenda a Busto Arsizio, poi per nove mesi in stazione a Gallarate ed infine è arrivata in aeroporto.
Qui passa il tempo sognando di poter prendere il volo su uno dei tanti velivoli della Air Mauritius che transitano da Malpensa portando carichi di turisti in uno dei paradisi delle vacanze: ogni volta che la livrea colorata della compagnia nazionale del Paese africano fa capolino sulle piste della brughiera, per Emilietta è un po’ come tornare dalla sua famiglia, almeno con la mente.
A Malpensa si è creata un ambiente tutto suo: se ne sta con la valigia e una pigna di giornali di fianco, ogni tanto si ferma qualcuno a scambiare due parole, soprattutto le donne delle pulizie e qualche commessa dei negozi del terminal 1.
Un mese fa, quando si è assentata per un mese circa a causa di un’operazione, in aeroporto è scattato l’allarme: Emilietta è ormai parte integrante di Malpensa, una presenza fissa, una sicurezza. Vive grazie ad una pensione minima e alle monete che raccoglie dai carrelli carichi di valige che tanti passeggeri abbandonano qua e là.
In aeroporto sembrano conoscere tutti la sua vicenda, in tanti le vogliono bene e hanno tentato di aiutarla, offrendole lavori, soldi e anche una casa, ma lei ha sempre rifiutato per non perdere di vista il suo unico obiettivo, cioè tornare alle Mauritius.
Un regista sta anche girando un film su di lei, sulla sua vita in aeroporto, sui momenti quotidiani di una donna normale: il taglio e il lavaggio dei capelli nei bagni dello scalo, i luoghi frequentati e le persone che ogni giorno incontra. Emilietta non vuole farsi intervistare, almeno per il momento. Accetta di fare una chiacchierata informale, per non mischiare le cose, spiega: ora c’è il film, poi si vedrà. La sua storia è però di quelle che colpiscono: una signora di 71 anni “costretta” a vivere in aeroporto, a pochi chilometri dalla nostre case, lontana dalla sua famiglia e senza la concreta speranza di poter riabbracciare i suoi cari. Tutto per un cavillo legale che sembra poter nascondere ben altre trame, al momento difficili da comprendere e ancor più complesse da dipanare.
Una persona curata, pulita, educata, che non cerca e non vuole l’elemosina della gente, ma vuole raggiungere il suo scopo: tornare a casa.
khay.a

lunedì 2 agosto 2010

risparmi della raccolta differenziata



In un mondo che produce sempre più rifiuti, non sappiamo più come fare a sbarazzarcene: eppure la Terra ha provveduto, per miliardi di anni, a smaltire "da sola" prodotti, senza arrecare alcun danno all'ambiente.
In Natura il concetto di rifiuto non esiste: tutto ciò che viene scartato, se ha caratteristiche naturali, viene assorbito dall'ambiente e rimesso in circolo; questa è la lezione che dobbiamo imparare dalla natura: produrre oggetti e beni che possano essere assorbiti dall'ambiente una volta terminato il loro utilizzo.
Ma fino a che ciò non sarà possibile, dobbiamo abituarci a valorizzare, anzichè gettare, i rifiuti che produciamo.
La soluzione è, innanzitutto, cercare di produrne il meno possibile e cercare di far durare il più a lungo possibile ciò che utilizziamo e, in seguito, valorizzare ciò che scartiamo riutilizzando tutti i materiali che possono essere riciclati con la raccolta differenziata: la raccolta differenziata è infatti oggi il modo più sostenibile per smaltire i nostri rifiuti.
Come funziona una discarica
La discarica di rifiuti è un luogo dove vengono depositati in modo non differenziato i rifiuti solidi urbani e tutti i rifiuti provenienti dalle attività umane.
La normativa italiana prevede tre diverse tipologie di discarica:
•Discarica per rifiuti inerti
•Discarica per rifiuti non pericolosi (tra i quail i Rifiuti Solidi Urbani)
•Discarica per rifiuti pericolosi (tra cui ceneri e scarti degli inceneritori)
Una discarica moderna deve essere realizzata secondo una struttura a barriera geologica in modo da isolare i rifiuti dal suolo e in grado di riutilizzare i biogas prodotti come combustibile per generare energia.
Se la discarica è progettata e costruita correttamente, i rifiuti devono comunque rimanere sotto osservazione per almeno 30 anni dopo la sua chiusura. Nel frattempo l'area è utilizzabile per altri scopi (in genere il terreno superficiale viene utilizzato per la piantumazione).
Come funziona un impianto di selezione
I moderni impianti di trattamento dei rifiuti, o di selezione o, nell'esempio più moderno ed efficiente i sistemi integrati di trattamento e smaltimento rifiuti, rappresentano l'ideale anello di congiunzione tra i cittadini (che effettuano la raccolta differenziata) ed i produttori finali di materiale riciclato. Sono in sostanza dei siti che "puliscono" i rifiuti da raccolta differenziata e li avviano privi di materiale estraneo agli impianti produttivi. Sono fondamentali nel processo di riciclo, poichè uno dei maggiori problemi nella raccolta differenziata è legato alla presenza di materiale estraneo nelle diverse tipologie di rifiuto (per esempio la ceramica nel vetro, o il nylon nella carta).
khay.a

BOLOGNA,FU UNA STRAGE FASCISTA





Fu una strage fascista, e non c'è da stupirsi se i fascisti di governo non hanno nessuna voglia di tornare sul luogo del delitto. Dovrebbero farlo invece e chiedere scusa ma poi si chiede scusa quando si pesta un piede non quando si ammazzano 85 persone, sarebbe retorica postuma e tardiva e comunque come vedete non si corre il rischio di veder sopraggiungere sussulti di dignità né di vergogna.
Al contrario, la tracotanza con cui il ministro La Russa informa che non sarà a Bologna - né lui né nessun altro esponente di governo - perché «tanto ci avrebbero fischiati» è in linea con l'indecenza morale etica e persino estetica di cui questa generazione post-fascista neo-berlusconinana ha fatto il mantello con cui coprire ogni vergogna. D'altra parte non di scuse avrebbe bisogno questo paese ma di verità e giustizia, le quali di rado si ottengono dalle stesse mani che hanno commesso il delitto.
Il più clamoroso depistaggio alle indagini sulla strage di Bologna fu commesso dagli alti ufficiali dello Stato affiliati alla loggia P2, Licio Gelli aiuto-regista: gli epigoni della P2 sono ancora tutti al governo, il regista ancora ignoto e probabilmente tuttora assai potente, i nuovi piccoli faccendieri della P3 privi persino della grandezza criminale che serve a concepire piani eversivi sono lì a spartirsi i soldi, comparse e comprimari ancora tutti in scena, alcuni decrepiti e malati ma ben saldi alla poltrona. Vi rimando all'articolo di Enrico Deaglio, al modo in cui cuce la memoria ricordando tra l'altro la notte di alcuni anni dopo in cui fummo a un passo dal colpo di stato, Ciampi lo ricorda e a volte sottovoce ne parla.
Trent'anni da Ustica e da Bologna, anche il volo dell'Itavia partiva da lì. Elena Pirazzoli è la giovane studiosa bolognese che ci racconta come possa la memoria essere insieme un lutto e un refrigerio, Camilla Andrini la ragazza nata nel 1980 che La Russa si sarebbe trovato di fronte alla commemorazione se solo avesse avuto la decenza di andarci: avrebbe ascoltato da lei le parole che abbiamo raccolto, è sempre molto interessante ascoltare cosa resta a chi non c'era. Ieri sera c'è stato un bellissimo concerto in piazza, Pippo Del Bono era sul palco e ve ne parlerà domani, chi ha ascoltato RadioTre avrà sentito la diretta di Marino Sinibaldi piena di voci, di domande e di speranze. C'è in effetti, per quanto possa apparire incredibile, ancora un'Italia che spera che arrivi un'onda, prima o dopo, a fare pulizia e a far riemergere le ossa e i detriti dal fondo, così da poter seppellire le ossa, buttare l'immondizia.
E siccome siamo fra questi anche noi, anche noi vorremmo un'Italia bella da viverci che sappia andare avanti senza dimenticare la strada già corsa e sofferta, vi proponiamo due viaggi, d'agosto. Il primo parte domani, ed è più lieve: torniamo a girare tutto il Paese in Vespa come fece 25 anni fa su questo giornale Michele Serra, andiamo a vedere com'è diventata andando piano, con il tempo che serve a fermarsi. Il secondo parte il 10 agosto e sarà il viaggio dell'Unità nell'Unità d'Italia, nei luoghi dove si è fatta l'Italia o si è morti. Ci andremo con la Costituzione in mano e in compagnia dei vivi, naturalmente: a farci raccontare da loro l'Italia cos'è.
di Concita De Gregorio
KHAY.A

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