la posizione del Partito Democratico in attesa della prima udienza del ricorso presentato dall’amministrazione contro la decisione del tribunale
«Invece di applicare la condanna del Tribunale del Lavoro per “condizione discriminatoria” del suo Bonus bebe’, il Sindaco preferisce buttare altri soldi pubblici in spese legali e andare al ricorso, rincarando la dose con affermazioni sconcertanti». Il Partito Democratico cittadino, in attesa dell’inizio del ricorso presentato dal Comune di Tradate contro la decisione del tribunale dà torno all’amministrazione sul bonus bebè solo ai cittadini tradatesi, prende posizione sull’accaduto: «Il Tribunale ha ripristinato l’equità allargando il bonus anche agli stranieri che pagano le tasse e lavorano regolarmente – spiegano -: non si tratta quindi di un problema di clandestini, di sicurezza o di soldi rubati a chi paga le tasse (ritornelli già usati dai leghisti per cambiare discorso). Si tratta del rispetto della dignità umana, in particolare di quella dei bambini che a Tradate vengono divisi in due gruppi: ad alcuni viene riservata la cerimonia pubblica di “benvenuto” alla Città (in cui viene consegnato ai genitori il Bonus). Agli altri, i figli degli stranieri, no. Niente benvenuto».
«È questa la declamata difesa della vita? Questo proclama stride con le parole dell’Assessore Crespi (titolare dei Servizi Sociali che erogano il bonus) che, in una conferenza sull’enciclica del papa “Caritas in Veritate” a giugno, parlava invece di uguaglianza delle persone – proseguono dal Pd -. Ci chiediamo anche se questo “editto dei bambini italiani” sia davvero condiviso da tutti i leghisti, anche quelli più moderati che pescano voti in aree culturali favorevoli alla difesa della vita. Ce lo chiediamo, ma nel frattempo il loro silenzio è assordante. La cultura europea non si sostiene incutendo la paura dello straniero, ma con la forza delle idee e del confronto. Il calo demografico non si sostiene con una mancia per chi ha già deciso di fare figli, ma con asili nido, sgravi fiscali alle famiglie e tutela della donna che rientra a lavoro dopo la gravidanza. Il resto sono tutti discorsi demagogici, giocati sulla pelle dei bambini. Furio Colombo, commentando il bonus bebè di Tradate su Il Fatto Quotidiano, ricordava lo “spirito delle leggi per la difesa della razza” del 1939. Non pensiamo di essere a quei livelli, ma e’ vero che le cose peggiori, e la storia italiana ce lo insegna, nascono dall’indifferenza verso “piccoli” fatti. Speriamo che il Tribunale riporti il buon senso della nostra Costituzione quando afferma che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzioni di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali».
7/09/2010
manuel.sgarella@varesenews.it
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