«La storia politica odierna ci dice che la classe dirigente ha “stuprato” la politica riducendola solamente ad una brutale competizione per il potere».
Parola di Raniero La Valle, classe 1931, giornalista, ex-politico e parlamentare per quattro legislature come indipendente di sinistra, oggi alla guida dei Comitati intitolati a Giuseppe Dossetti per la difesa e l’applicazione della Costituzione.
domenica 27 marzo 2011
venerdì 25 marzo 2011
In crescita la popolazione di Magnago
Magnago e Bienate Al 31 dicembre 2010 gli abitanti del comune e della frazione di Bienate sono risultati 9.090, ovvero 144 in più rispetto alla fine del 2009. I nuovi nati sono stati ben 95. Il fiocco appeso alle porte è stato soprattutto di colore azzurro con 50 maschi contro 45 femmine.
65, invece, i nomi che hanno accresciuto la lista dei decessi dell’ufficio anagrafe, 1 in meno rispetto al 2009, 44 maschi contro 21 femmine.
Nel complesso, quindi, la differenza tra chi è venuto al mondo di fresco e chi invece se ne è congedato è positiva con un saldo di 30 unità.
Le persone che hanno scelto Magnago come paese in cui vivere il loro presente e futuro sono 386 (208 uomini e 178 donne), quelle che invece hanno preferito emigrare in altri comuni o stati sono 272, di cui 145 maschi e 127 femmine. Il saldo tra questi due dati è ancora una volta con il segno più e consta di 114 unità che diventano 144 se al calcolo si aggiunge la differenza tra nati e morti.
Rilevante anche il dato che concerne i cittadini stranieri: al 31 dicembre erano 477 ovvero 22 in più rispetto alla fine del 2009. Le comunità straniere di maggiore rilevanza sono: la comunità marocchina che consta ben 86 cittadini, la comunità pakistana che consta 77 cittadini, la comunità albanese che consta 62 cittadini ed infine la comunità rumena che consta anch’essa 52 cittadini.
Se si volge lo sguardo ai nuclei familiari le unità presenti alla fine del 2010 sono 3.770. Da ultimo ma non per minore rilevanza occorre dare conto del dato dei matrimoni celebrati che sono stati in tutto 24, 17 in forma religiosa e 7 con il rito civile
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65, invece, i nomi che hanno accresciuto la lista dei decessi dell’ufficio anagrafe, 1 in meno rispetto al 2009, 44 maschi contro 21 femmine.
Nel complesso, quindi, la differenza tra chi è venuto al mondo di fresco e chi invece se ne è congedato è positiva con un saldo di 30 unità.
Le persone che hanno scelto Magnago come paese in cui vivere il loro presente e futuro sono 386 (208 uomini e 178 donne), quelle che invece hanno preferito emigrare in altri comuni o stati sono 272, di cui 145 maschi e 127 femmine. Il saldo tra questi due dati è ancora una volta con il segno più e consta di 114 unità che diventano 144 se al calcolo si aggiunge la differenza tra nati e morti.
Rilevante anche il dato che concerne i cittadini stranieri: al 31 dicembre erano 477 ovvero 22 in più rispetto alla fine del 2009. Le comunità straniere di maggiore rilevanza sono: la comunità marocchina che consta ben 86 cittadini, la comunità pakistana che consta 77 cittadini, la comunità albanese che consta 62 cittadini ed infine la comunità rumena che consta anch’essa 52 cittadini.
Se si volge lo sguardo ai nuclei familiari le unità presenti alla fine del 2010 sono 3.770. Da ultimo ma non per minore rilevanza occorre dare conto del dato dei matrimoni celebrati che sono stati in tutto 24, 17 in forma religiosa e 7 con il rito civile
martedì 22 marzo 2011
Il 150° Anniversario dell'Unità d'Italia a Magnago
Come si fa collocare quasi cinquecento persone in una sala che ne contiene al massimo un terzo?
La domanda non dev'essere passata nella testa del Sindaco o di chi ha organizzato la Serata Tricolore in occasione del 150° dell'Unità d'Italia .
Per dare un idea ,a chi non ha potuto vivere di persona l'eccezionale evento, pubblichiamo alcune foto esemplificative della serata .
Ci piacerebbe che i partecipanti ci scrivessero le loro opinioni !
domenica 20 marzo 2011
DOMENICA 27 MARZO: IN BIBLIOTECA A MAGNAGO PER PARLARE DI IMPRESA NEL FUTURO DEL NOSTRO TERRITORIO.
L'appuntamento è per le ore 10:00 presso la Biblioteca del Parco Lambruschini di Magnago con la presenza di esperti di politiche economiche per la piccola e media impresa, imprenditori che porteranno le loro esperienze per uno scambio di vedute volto ad individuare scenari e prospettive per il futuro economico della nostra zona.
scarica il volantino
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venerdì 18 marzo 2011
Asilo nido Bachelet";SCONTRO FRA COMUNE ED EDUCATRICI "
Battaglia aperta tra il Comune e le quattro educatrici dell'asilo nido Bachelet, sono scesi in campo anche i sindacati per tutelare le quattro lavoratrici .
Ma l'amministrazione insiste: «Saranno salvaguardati diritti e stipendio» .
l'asilo nido è una istituzione di carattere assistenziale ed educativo derivante da esigenze della società moderna,Le finalità dell'asilo nido sono sostanzialmente tre:
educative, affiancando i genitori nella crescita dei loro figli, attraverso anche un Progetto Educativo stilato dagli operatori che comprende attività che cercano di soddisfare i bisogni dei bambini nel rispetto dei loro tempi di crescita;
sociali, offrendo ai bambini un luogo di socializzazione e di relazione con gli altri bambini;
culturali, in quanto offrono un modello culturale che non opera discriminazione nell'erogazione del servizio, e sono inoltre luoghi di promozione della cultura dei diritti dell'infanzia.
Se tutte le volte che un'amministrazione non riesce a gestire un servizio lo privatizza quali prospettive avremo nel futuro???!!!
"NOI CON VOI" KHAY ABDELKEBIR
Ma l'amministrazione insiste: «Saranno salvaguardati diritti e stipendio» .
l'asilo nido è una istituzione di carattere assistenziale ed educativo derivante da esigenze della società moderna,Le finalità dell'asilo nido sono sostanzialmente tre:
educative, affiancando i genitori nella crescita dei loro figli, attraverso anche un Progetto Educativo stilato dagli operatori che comprende attività che cercano di soddisfare i bisogni dei bambini nel rispetto dei loro tempi di crescita;
sociali, offrendo ai bambini un luogo di socializzazione e di relazione con gli altri bambini;
culturali, in quanto offrono un modello culturale che non opera discriminazione nell'erogazione del servizio, e sono inoltre luoghi di promozione della cultura dei diritti dell'infanzia.
Se tutte le volte che un'amministrazione non riesce a gestire un servizio lo privatizza quali prospettive avremo nel futuro???!!!
"NOI CON VOI" KHAY ABDELKEBIR
giovedì 10 marzo 2011
Attivazione progetti per la scuola primaria e secondaria
Magnago e Bienate Nell'ambito del Diritto allo Studio 2010/2011 saranno attivati a favore degli alunni frequentanti la scuola primaria e secondaria di 1^ grado di Magnago, progetti didattici e di formazione.
KHAY KEVIN
Alle classi terze della scuola secondaria verrà proposto il progetto dal titolo "Dal pregiudizio all'interculturalità", un percorso per aiutare i ragazzi a vedere al di là degli stereotipi e dei pregiudizi ed imparare invece a mettere al centro dell'attenzione la persona andando oltre l'aspetto fisico; gli alunni delle classi seconde parteciperanno invece ad un percorso denominato "Pace e conflitti" con l'obiettivo di imparare a gestire i conflitti, non rimuovendoli ma cercando soluzioni adeguate e farne occasione di crescita personale e sociale.
Anche la salvaguardia dell'ambiente e l'importanza della vita all'aria aperta saranno oggetto di un ulteriore progetto, un corso di "orienteering" che si propone di avvicinare in modo divertente i ragazzi all'ambiente, di imparare a muoversi nella natura e orientarsi con l'aiuto di una cartina e di una bussola, impegnando il proprio fisico e la propria mente.
Per i bambini della scuola primaria invece l'attenzione sarà posta alla conoscenza della lingua inglese, per imparare in modo divertente e spontaneo strutture e funzioni linguistiche. Animatori madrelingua inglese coinvolgeranno i bambini con rappresentazioni teatrali in lingua inglese: attraverso i testi e le canzoni gli alunni assimileranno con piacere e motivazione, vocaboli e strutture.
Questi sono solo alcuni degli interventi previsti nel Diritto allo Studio 2010/2011 approvato dall'Amministrazione Comunale di Magnago, che mostrano l'attenzione da sempre riservata ai giovani e ai ragazzi per aiutarli a crescere sotto ogni punto di vista sia culturale, educativo .KHAY KEVIN
I tagli mettono a rischio i trasporti nell’Alto Milanese e il Parco del Ticino
La crisi impone scelte e nessuno vuole tirarsi indietro se c’è da rimboccarsi le maniche, ma ci vuole consapevolezza e, quindi conoscenza. I tagli previsti nella legge di stabilità si riflettono sulle regioni e sui servizi che esse erogano, tra cui trasporti e ambiente sono forse quelli più penalizzati. Venendo nello specifico alla nostra zona, ATINOM, innanzitutto, e, seppur in maniera diversa, il Parco del Ticino stanno attraversando situazioni di crisi. Abbiamo intervistato Canio Trione, Segretario del Partito Democratico per la Zona del Castanese, per raccogliere un punto di vista focalizzato sul territorio. Non a caso, il PD ha presentato specifici ordini del giorno e mozioni presso i consigli comunali dell’Alto Milanese. Corriere: Qual è, a suo avviso, la situazione del consorzio ATINOM e dei trasporti pubblici?
Canio Trione: In generale, la finanziaria Tremonti ha colpito in Italia le famiglie e le imprese, ma anche, più complessivamente, le forme di sviluppo che faticosamente si stavano costruendo nel paese. Ha indebolito i Comuni, tagliando in maniera drastica i trasferimenti dallo Stato, e li ha messi in seria difficoltà con la quasi certezza di costringerli a forti tagli nei servizi, in un momento in cui servirebbe invece una Pubblica Amministrazione vicina alle famiglie e alle imprese. Innanzitutto una precisazione i tagli al trasporto pubblico sono riferiti all’intero comparto (treni e bus). Un settore che vale complessivamente circa 1,8 miliardi di euro. Questi tagli provocati dalla legge Finanziaria e, per così dire, accompagnati dalla Regione Lombardia e dalla Provincia che per quanto riguarda il trasporto pubblico locale ne hanno la competenza, stanno creando grande preoccupazione sia tra i lavoratori del settore sia tra le aziende che svolgono il servizio. Anche nel nostro territorio, hanno provocato gravi difficoltà ad ATINOM (un consorzio di 39 Comuni), che alla fine di ottobre è stato messo in liquidazione, alle sue aziende, che si occupano del trasporto per i viaggi (ATINOM Viaggi) e del trasporto.
Canio Trione
mercoledì 9 marzo 2011
Sorridi donna
Oggi è il 9 marzo, il giorno dopo il più famoso e festeggiatissimo 8 marzo. E ogni anno arriva inesorabile questo “day- after” in cui le mimose, le rose e i baci perugina costano meno della metà di ieri. Oggi i ristoranti contano gli incassi di una serata in cui hanno potuto “ritoccare” i prezzi per attirare le donnine a far baldoria insieme. Oggi le piazze si svuotano, i discorsi “buonisti” si dimenticano, le quote rosa sbiadiscono e si ritorna alla vita di tutti i giorni. Anche quest’anno i nostri politici si sentiranno le coscienza a posto per aver osannato le donne, cantandone le grandi virtù, il coraggio, la sensibilità, e bla bla bla. Risultato: passerò senza rancore la mia serata con il ferro da stiro in mano, ringraziando il cielo di essere donna e con la consapevolezza che quello che siamo state, che siamo e che saremo è solo merito nostro.
Raffaella Pariani
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride
Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori sorridi comunque
Il tuo sorriso sarà:
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti
Il tuo sorriso sarà:
un bacio di mamma
un battito d'ali
un raggio di sole per tutti.
Anonimo
Raffaella Pariani
sorridi sempre alla vita
anche se lei non ti sorride
Sorridi agli amori finiti
sorridi ai tuoi dolori sorridi comunque
Il tuo sorriso sarà:
luce per il tuo cammino
faro per naviganti sperduti
Il tuo sorriso sarà:
un bacio di mamma
un battito d'ali
un raggio di sole per tutti.
Anonimo
martedì 8 marzo 2011
Scuola pubblica o privata?
I nostri sono tempi bui in cui occorrerebbe focalizzare l’attenzione soprattutto sui drammatici ed eccezionali eventi che stanno trasformando la morfologia politica planetaria e che presto sconvolgeranno le vite di tutti noi, anche nella quotidianità lavorativa e culturale. Le formazioni sociali mondiali sono infatti trascinate nel vortice di grandi cambiamenti geopolitici che riconfigurano, passo dopo passo, i rapporti di forze tra le Potenze restituendoci un contesto epocale molto differente da quello attuale. Tuttavia, non si può fare a meno di notare come nel quadro politico italiano i rivolgimenti internazionali in corso risultino quasi del tutto sussidiari ed accessori alle piccole beghe interne. Sono quest’ultime ad informare il clima generale che risulta viepiù asfittico e svigorito mentre occorrerebbe riposizionarsi, con nuovi strumenti concettuali, nelle correnti globali al fine di afferrare il senso delle metamorfosi in atto e magari trovare il sistema, per quanto possibile, di governarle a proprio favore. Ma purtroppo per noi, considerata la cifra cerebrale della nostra classe dirigente, ci troviamo a confrontarci con minuzie di poco conto che non ci avvicinano nemmeno di un millimetro ai grandi temi di domani. Tuttavia, pur con un spirito diverso, cioè con l’intento esplicito di rompere i fatui schematismi bipolari che accaldano e inveleniscono il dibattito politico peninsulare senza mai, et pour cause, dare risultati adeguati, dobbiamo entrare nel merito di questa corta visione per smascherarla agli occhi di chi non vuole rinunciare ad offrire al proprio Paese un orizzonte di possibilità meno angusto. L’ultima sciocca diatriba tra governo ed opposizione è scoppiata sulla scuola. Per il primo è fondamentale la libertà di scelta di famiglie e discenti che hanno diritto di costruire il proprio futuro secondo i propri gusti intellettuali, ma si tratta di un paravento ideologico che copre un pregiudizio ed uno sbilanciamento a favore degli istituti privati i quali rispondono meglio alle logiche di profitto. Per la seconda, invece, l’istruzione deve restare pubblica al fine di garantire l’accessibilità anche a chi non può permettersi di pagare rette troppo elevate. Ma anche in questo caso siamo di fronte ad una valutazione di comodo, più elettorale che sociale, poiché la sinistra considera il ceto degli insegnanti uno storico bacino di consenso da non scontentare con azioni avverse. Dai preconcetti reciproci nasce dunque una stanca battaglia che ha come unico effetto quello creare sistemi di protezione e di sinecure, tanto nel privato che nel pubblico, che fanno decadere il livello generale dell’istruzione in questa benedetta nazione. Di questo si alimenta la casta professorale, soprattutto statale, la quale, proprio come quella dei magistrati, considera il proprio luogo di lavoro un esclusivo possedimento dove non valgono le leggi del Parlamento ma al più le direttive del consiglio docenti. Innanzitutto, occorre ribadire che non è mai la forma giuridica della proprietà a determinare la migliore performatività delle organizzazioni che per essere efficaci ed efficienti devono essere ispirate da uomini intelligenti e da processi innovativi e al passo coi tempi. Detto ciò, ci conviene non schierarci con nessuna delle due parti perché quando a destra sviolinano sulle scuole private hanno in testa un’idea elitaria di insegnamento pagata in contanti, mentre a sinistra vige la classica doppiezza di chi agita la bisaccia del mendicante per stare col popolo ma sotto la manica volteggiante risulta vestito all’ultima moda. Difatti questi signori di sedicente sinistra dovrebbero spiegarci perché vanno in piazza contro qualsiasi riforma della scuola ma poi infilano i loro figli nei migliori istituti privati. Cito da un articolo riportato ieri su Il Giornale: “Le figlie di Francesco Rutelli, per esempio, sono state equamente divise fra due scuole: tutte e due private. Una si è iscritta ai liceo privato Kennedy, l’altra al prestigiosissimo collegio San Giuseppe de Merode, l’istituto dei Fratelli delle scuole cristiane che si affaccia, nientemeno, su Piazza di Spagna. «Per tutta la mia vita - ha spiegato lo stesso Rutelli al Giornale - io stesso e i miei familiari abbiamo frequentato sia scuole ed università pubbliche, sia non statali, cattoliche o laiche. Di volta in volta, è stata una scelta condivisa di figli e genitori». Anche la discendente dell’ex ministro dello sport Giovanna Melandri ha preso la direzione delle scuole paritarie: a casa Melandri prediligono il collegio San Giuseppe di via del Casaletto. Altri invece studiano in scuole estere: organizzate a meraviglia, utilissime per imparare una lingua e sprovincializzare il cervello, portandolo lontano dalle polemiche ombelicali di casa nostra: la figlia di Santoro va allo Chateaubriand, dove la prima lingua è il francese e l’italiano è terra straniera. Il figlio del regista Nanni Moretti è invece sintonizzato sull’inglese e cresce all’Ambrit International School, sempre nella capitale. Insomma, ai tradizionali istituti religiosi si affianca il meglio della cultura internazionale: enclave nel cuore della capitale in cui si respira l’aria di New York o di Parigi. L’elenco però è lungo e va continuamente aggiornato anche se molti di questi ragazzi, figli della sinistra chic, manifestano nelle occasioni canoniche mescolandosi ai ragazzi delle scuole pubbliche: si mettono dietro striscioni colorati e soffiano nei fischetti sempre a portata di mano. I discendenti di Anna Finocchiaro studiano in un istituto di Catania, l’ex ministro della Pubblica Istruzione Beppe Fioroni, il predecessore della Gelmini, ha paracadutato il rampollo al liceo scientifico Cardinal Ragonesi di Viterbo, curiosamente la stessa scuola frequentata da papà a suo tempo. Il Cardinal Ragonesi è gestito dai Fratelli Maristi, una congregazione religiosa fondata in Francia duecento anni fa da san Marcellino Champagnat. E nel recinto più o meno dorato delle scuole private si trovano le nuove generazioni di altre famiglie della nomenklatura: dai figli dell’imprenditore Alfio Marchini ai nipoti dell’ex presidente della Camera Fausto Bertinotti. Insomma, la futura classe dirigente si mescola alla piazza ma poi torna sui banchi di scuole costose ed elitarie, ove si insegna il meglio con i mezzi migliori. Sorpresa: frequenta uno di questi istituti, il carissimo San Carlo di Milano, Giovanni. Ricordate? Giovanni è il tredicenne che si è guadagnato la standing ovation e i riflettori della stampa nella recente manifestazione del Palasharp di Milano: lì si è esibito per due minuti contro il presidente del consiglio. Il ragazzino ha puntato il dito contro il governo perché «parla di scuola pubblica solo per tagliarne i fondi». Legittimo, ci mancherebbe, tuonare contro la Gelmini. Lui però è al riparo dal piccone. I suoi genitori pagano rette salatissime al San Carlo. Per la cronaca, la madre è una delle animatrici di Giustizia & Libertà, il movimento che ha calamitato l’opposizione al Palasharp, ed è avvocato di fiducia di Carlo De Benedetti nel processo sul Lodo Mondadori. Insomma, l’opposizione è a tempo pieno, ma quando suona la campanella si cambia registro”. Lo stesso dicasi per la sanità che costoro, sempre in fregola d’identificarsi coi dannati della terra, pretendono sia pubblica salvo alla prima malattia o visita di controllo recarsi nelle più moderne cliniche private. Da D’Alema a Bertinotti non si salva nessuno, o meglio si salvano tutti perché possono permetterselo. A noi poveri mortali ci lasciano solo i peggiori bar di Caracas dove preferiamo ubriacarci per non dovergli dare retta. Concludo con un' ultima riflessione. I nostri governanti sanno insultarsi tra loro per ogni cosa ma non sanno proporre soluzioni per nulla. Diceva il grande Schopenhauer che colui che insulta dimostra con ciò di non essere in grado di addurre, contro l'altro, nulla di veritiero e di concreto, perchè altrimenti lo direbbe come promessa, lasciando a chi ha sentito la possibilità di trarre da sé le conclusioni; invece dà la conclusione e resta debitore delle premesse. Appunto. Quali conclusioni dovremmo trarre noi italiani da questo balletto di improperi bipartizan?
BORSANI MIRIAM
BORSANI MIRIAM
venerdì 4 marzo 2011
Il partito Democratico di Magnago e Bienate torna in piazza
Il partito Democratico di Magnago e Bienate torna in piazza S. Michele, dalle ore 10 di domenica 6 marzo: anche questa volta saremo presenti con la forza delle nostre proposte, con una particolare attenzione ai tanti problemi che i commercianti del nostro comune incontrano ogni giorno.
Se l’amministrazione latita e si dimostra sorda alle questioni che riguardano i negozi del nostro centro, noi proponiamo buoni spesa, detrazioni fiscali e una ridefinizione dei canoni di locazione.
Siamo uniti per salvaguardare le realtà commerciali del nostro centro storico, non vogliamo che questo paese possa diventare solamente un dormitorio mangiato dalla grande distribuzione; i nostri centri devono ritornare a essere vitali, con maggiori servizi per i cittadini; noi abbiamo idee per migliorare Magnago e Bienate.
Se l’amministrazione latita e si dimostra sorda alle questioni che riguardano i negozi del nostro centro, noi proponiamo buoni spesa, detrazioni fiscali e una ridefinizione dei canoni di locazione.
Siamo uniti per salvaguardare le realtà commerciali del nostro centro storico, non vogliamo che questo paese possa diventare solamente un dormitorio mangiato dalla grande distribuzione; i nostri centri devono ritornare a essere vitali, con maggiori servizi per i cittadini; noi abbiamo idee per migliorare Magnago e Bienate.
Polveri sottili, Varesotto sempre oltre i limiti
Da giorni prosegue lo stillicidio di dati negativi, senza "picchi" clamorosi ma sempre oltre i 50 microgrammi al metro cubo, in tutte le stazioni di rilevamento cittadine di Arpa Lombardia
Il "catino" geografico padano non perdona, con la sua debole ventilazione, la chiusura della chiostra alpina intorno e la concentrazione asfissiante di abitazioni e veicoli: e le concentrazioni di inquinanti sulla megalopoli milanese restano troppo alte. La media dell'intera vastissima zona Milano-Como-Sempione-Meratese per la giornata di sabato 26 febbraio è stata di 70 microgrammi per metro cubo di polveri sottili: il limite di legge a tutela della salute umana è di 50. Il dato è riportato dal sito dell'Arpa Lombardia, che come sempre tiene d'occhio quotidianamente la situazione attraverso la sua rete di rilevamento.
Niente da fare per la nostra provincia, ormai da giorni stabilmente, e sia pure di poco, al di sopra del limite di legge per la concentrazione di polveri sottili.
A Busto Arsizio (centralina "Accam", viale Toscana, frazione Borsano, periferia) cinque giorni consecutivi oltre i limiti, ancora sabato 63 microgrammi; a Ferno, sempre maglia nera, con sabato sono sette i giorni consecutivi di sforamento dei limiti, e 81 i microgrammi per metro cubo d'aria nel primo giorno del weekend; a Gallarate (centralina San Lorenzo) quattro giorni di fila di aria "proibita", sia pure di poco, e 62 microgrammi sabato; a Saronno Santuario, 30 all'ora in città o no, idem, quattro giorni oltre i limiti e 73 microgrammi sabato. Non ride neppure il capoluogo, in teoria meno esposto perchè in collina: anche a Varese è dal 22 febbraio che si superano i limiti e sabato 26 si registravano 65 microgrammi al metro cubo di polveri sottili in via Copelli.
Nulla da fare, dunque, sul fronte dei continui sforamenti, con le amministrazioni che, ad eccezione di Saronno, dove pure la misura della riduzione della velocità nell'abitato è fortemente contestata e tacciata di inutilità, non assumono provvedimenti di sorta. A tutto ci si abitua e ci si rassegna, quasi che il respirare un'aria di cattiva qualità fosse una condanna ineluttabile, o un prezzo da pagare al demone della fretta, del tutto e subito.
27/02/2011
Il "catino" geografico padano non perdona, con la sua debole ventilazione, la chiusura della chiostra alpina intorno e la concentrazione asfissiante di abitazioni e veicoli: e le concentrazioni di inquinanti sulla megalopoli milanese restano troppo alte. La media dell'intera vastissima zona Milano-Como-Sempione-Meratese per la giornata di sabato 26 febbraio è stata di 70 microgrammi per metro cubo di polveri sottili: il limite di legge a tutela della salute umana è di 50. Il dato è riportato dal sito dell'Arpa Lombardia, che come sempre tiene d'occhio quotidianamente la situazione attraverso la sua rete di rilevamento.
Niente da fare per la nostra provincia, ormai da giorni stabilmente, e sia pure di poco, al di sopra del limite di legge per la concentrazione di polveri sottili.
A Busto Arsizio (centralina "Accam", viale Toscana, frazione Borsano, periferia) cinque giorni consecutivi oltre i limiti, ancora sabato 63 microgrammi; a Ferno, sempre maglia nera, con sabato sono sette i giorni consecutivi di sforamento dei limiti, e 81 i microgrammi per metro cubo d'aria nel primo giorno del weekend; a Gallarate (centralina San Lorenzo) quattro giorni di fila di aria "proibita", sia pure di poco, e 62 microgrammi sabato; a Saronno Santuario, 30 all'ora in città o no, idem, quattro giorni oltre i limiti e 73 microgrammi sabato. Non ride neppure il capoluogo, in teoria meno esposto perchè in collina: anche a Varese è dal 22 febbraio che si superano i limiti e sabato 26 si registravano 65 microgrammi al metro cubo di polveri sottili in via Copelli.
Nulla da fare, dunque, sul fronte dei continui sforamenti, con le amministrazioni che, ad eccezione di Saronno, dove pure la misura della riduzione della velocità nell'abitato è fortemente contestata e tacciata di inutilità, non assumono provvedimenti di sorta. A tutto ci si abitua e ci si rassegna, quasi che il respirare un'aria di cattiva qualità fosse una condanna ineluttabile, o un prezzo da pagare al demone della fretta, del tutto e subito.
27/02/2011
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